Il Belgio costruisce il suo museo ferroviario, con una visione

train world eric platteauUn museo che racconterà storia e tecnica, ma che sarà anche “visionario”. Che non nasce in un freddo capannone fuori città, ma a contatto con una stazione storica, con i binari in uso ancora oggi, con il corpo vivo della capitale belga. Parlo di Train World, il museo che – ho scoperto solo da pochi giorni – aprirà nel 2015 a Bruxelles, museo ferroviario nazionale del Belgio. La stranezza è questa: il Belgio fu tra i primi costuttori costruttori di ferrovie e locomotive al mondo, esportò a lungo (belga era la società che costruì anche la tranvia Milano-Gallarate, cui sono affezionato per motivi “locali”), ma non ha mai avuto un museo nazionale, nonostante tante esperienze associative vivaci che lavorano da anni, sia nelle Fiandre sia nella Vallonia (vedi l’Association pour la Sauvegarde des Vicinales, di cui ho scritto anche qui).

train_world_bruxelles_schaerbeekIl museo sta nascendo nella zona di Schaerbeek, primo sobborgo fuori dal centro di Bruxelles, ma non certo periferia: volete un paragone? A Milano, pensate agli scali di Porta Romana o Porta Vittoria, a Firenze alla Leopolda.Finanziato dalla holding delle ferrovie belghe SNCB, il museo utilizzerà la stazione del 1913 (lasciando all’esercizio ordinario quella più antica, del 1887), affiancata dall’ala principale realizzata ex novo, inglobando lo storico casello di stazione e persino un ponte in ferro recuperato a Namur, su cui sono già stati posizionati alcuni carri ferroviari. Comprenderà una collezione fissa di locomotive, carrozze e carri, ma avrà anche una parte “viva”, che consenta ai treni di uscire e continuare a viaggiare per corse speciali. Tanto per fare un confronto: quel che manca al nostro pur stupendo e ricchissimo Museo Ferroviario Nazionale di Portici (che custodisce anche alcune locomotive e treni in perfetto stato, in grado di funzionare).

Altro elemento decisamente interessante: sarà un museo “visionario”, per così dire. Avrà un design particolare, curato da François Schuiten, designer e fumettista, appassionato di ferrovie, autore anche di uno stupendo graphic novel di sapore quasi steampunk, dedicato ad una celebre locomotiva a vapore ad alta velocità, il modello 12 delle ferrovie belghe, da cui il titolo La douce (la dolce, che suona anche come la douze, la dodici; nell’edizione italiana L’amata). Da quel che si vede in giro, uno spazio “visionario” anche perché non solo tecnico ma anche evocativo di un mondo, aperto al futuro e a un pubblico non solo di esperti (al punto che il curatore quasi dice che “non sarà un museo”), senza dimenticare il coinvolgimento dei volontari, partendo da ex ferrovieri e appassionati.

train_world_bruxelles_schaerbeekResta la curiosità di sapere come sarà una volta finito, quando aprirà nel 2015: ci sono stati anche alcuni problemi “geopolitici” come racconta il Wall Street Journal, mentre le foto dalla pagina Facebook dicono che i cantieri sono ancora piuttosto indietro. In ogni caso mi sembra un progetto interessante e di alto profilo, come succede spesso per i musei tecnico-scientifici all’estero, a differenza che in Italia, dove è più frequente veder nascere musei simili a semplici collezioni esposte, senza un vero progetto e raramente con l’idea di un autosostentamento finanziario. In questo, mi piacerebbe vedere un museo ferroviario italiano che sia capace di costruire qualcosa di simile al museo del volo Volandia, nato a due passi da un aeroporto (Malpensa), all’interno di un complesso storico, le ex Officine della Caproni di Vizzola Ticino.

Il disegno dell’allestimento del museo viene dal sito di Eric Platteau dedicato a Schaerbeek, in questa intervista a François Schuiten. La foto di Francois Schuiten accanto alla 12 rimanda ad un articolo del quotidiano Le Soir

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